Un film, come dire, estivo... senza pretese, senza quella velatura di intellettualismo che tende ad accarezzare alcuni film. Di sicuro non ha la potenza introspettiva del Treno per Darjeeling, la malizia di Lolita o l´angoscia di Shining, ma questa volta il pipistrello ha davvero colpito.
Se si pensa al primo film uscito, così banale, così scontato, dove il cattivo è proprio il cattivo e dove il buono è inequivocabilmente il buono, sembrano passati secoli nella presentazione di questa nuova creatura notturna.
Certo le battute e le classiche americanate non mancano, gli effetti speciali sono lucidi e spettacolari, degni di un film tratto da un fumetto irreale, ma questa volta il regista ha dato di più.
Questa volta il regista si chiede, come "il principe" prima di lui, se il fine giustifica davvero i mezzi.
Batman, sebbene agisca per il bene, è messo sullo stesso paradossale piano del nemico Joker.
Entrambi sono elementi della società che agiscono al di sopra della legge, entrambi sono "illegali", e poco importa se uno è chiaramente un mostro nell´anima e nell´aspetto (azzeccatissime le enigmatiche cicatrici a sorriso), e l´altro un affascinante milionario di Gotham City.
Poco importa perché nemmeno noi sappiamo più bene cosa sia il giusto e cosa sia sbagliato, e non sappiamo chi abbia la vera capacità di dircelo. Quindi il buono diventa il cattivo, se non nel film, almeno sul piano teorico, dove entrambi agiscono esattamente con gli stessi metodi, esplosioni e violenza, semplicemente per fini diversi: l´anarchia (Joker), la pace (Batman).
Alla domanda se è quindi giusto agire al di sopra della legalità per un qualunque fine, viene così presentata la risposta del caso. L´abile procuratore e paladino di Gotham viene degradato, o si degrada da sé, a livello di due facce, privo di risposte, privo di ragionamenti, spinto solo da passione e affidando vita e morte, anche la propria, al caso di un lancio di moneta, confidando nella sua "equità", parola rimarcata più volte, forse più dai "cattivi"che dai "buoni".
Un film strano quindi, quasi angosciante per alcuni aspetti, un film che fa capire la piccolezza del ragionamento umano e la sua difficoltà nel dare risposte e giustificare le proprie azioni spinte per la maggior parte dalle passioni e dai sentimenti, e che sa unire il piacere di un film d´azione, a buone riflessioni filosofico-sociali, e che ha accompagnato un'altra ottima serata di questo simposio di studenti che sono rimasti al caldo della nostra Torino, come sempre senza ghiaccio...
Se si pensa al primo film uscito, così banale, così scontato, dove il cattivo è proprio il cattivo e dove il buono è inequivocabilmente il buono, sembrano passati secoli nella presentazione di questa nuova creatura notturna.
Certo le battute e le classiche americanate non mancano, gli effetti speciali sono lucidi e spettacolari, degni di un film tratto da un fumetto irreale, ma questa volta il regista ha dato di più.
Questa volta il regista si chiede, come "il principe" prima di lui, se il fine giustifica davvero i mezzi.
Batman, sebbene agisca per il bene, è messo sullo stesso paradossale piano del nemico Joker.
Entrambi sono elementi della società che agiscono al di sopra della legge, entrambi sono "illegali", e poco importa se uno è chiaramente un mostro nell´anima e nell´aspetto (azzeccatissime le enigmatiche cicatrici a sorriso), e l´altro un affascinante milionario di Gotham City.
Poco importa perché nemmeno noi sappiamo più bene cosa sia il giusto e cosa sia sbagliato, e non sappiamo chi abbia la vera capacità di dircelo. Quindi il buono diventa il cattivo, se non nel film, almeno sul piano teorico, dove entrambi agiscono esattamente con gli stessi metodi, esplosioni e violenza, semplicemente per fini diversi: l´anarchia (Joker), la pace (Batman).
Alla domanda se è quindi giusto agire al di sopra della legalità per un qualunque fine, viene così presentata la risposta del caso. L´abile procuratore e paladino di Gotham viene degradato, o si degrada da sé, a livello di due facce, privo di risposte, privo di ragionamenti, spinto solo da passione e affidando vita e morte, anche la propria, al caso di un lancio di moneta, confidando nella sua "equità", parola rimarcata più volte, forse più dai "cattivi"che dai "buoni".
Un film strano quindi, quasi angosciante per alcuni aspetti, un film che fa capire la piccolezza del ragionamento umano e la sua difficoltà nel dare risposte e giustificare le proprie azioni spinte per la maggior parte dalle passioni e dai sentimenti, e che sa unire il piacere di un film d´azione, a buone riflessioni filosofico-sociali, e che ha accompagnato un'altra ottima serata di questo simposio di studenti che sono rimasti al caldo della nostra Torino, come sempre senza ghiaccio...
Zafferano
Nomi dei partecipanti:
Davide Biagioni (Alfieri)
Sara Biagioni (Università, Filosofia)
Claudio Chiangone (Università, Architettura)
Marco Veglio (Alfieri)
Sara Molinatti (Alfieri)
Francesca Miola (Alfieri)
Alessandra Savio (Alfieri)
Ivana Cerruti (ex alfierina)
Beatrice Hertel (ex alfierina)
Federico Hertel (Regina Margherita)
Alessandro Pannizzari
Alberto Zanello (Alfieri)
e il prof. Cops
Nessun commento:
Posta un commento