di Ario Corapi
Erano settimane che riflettevo sulla questione del referendum di giugno senza trovare spunti particolari, ma dopo le dichiarazione rilasciate dal Prof. Franco Battaglia, a proposito del nucleare, durante la puntata di AnnoZero di giovedì 28 aprile non ho potuto fare a meno di notare su come l'opinione pubblica venga quotidianamente sottoposta ad un costante lavaggio del cervello, specie su una questione come il nucleare.
Il Prof. Battaglia ad AnnoZero ha esordito legittimando, in una maniera che più evidente non si poteva, la reintroduzione del nucleare in Italia
forse anche con il secondo fine di pubblicizzare i suoi libri dichiaratamente pro-nucleare "L'illusione dell'energia solare" ed "Energia Nucleare? Si, per favore..." nei quali egli spiega le presunte necessità dell'Italia di ricorrere all'energia nucleare; le dichiarazioni in merito sono state:
"Il fotovoltaico da solo non basta per tenere testa al fabbisogno energetico dell'Italia perchè il sole c'è solo di giorno e non di notte e quindi i pannelli fotovoltaici non funzionerebbero."
Forse sarebbe bene ricordare al Prof. Battaglia che il fotovoltaico non è l'unica alternativa all'energia nucleare, esistono anche altre forme di energie alternative ecologiche e a bassissimo costo come l'energia eolica
e l'energia idroelettrica
e - inoltre -, a proposito della presunta inutilità dei pannelli fotovoltaici durante la notte, andrebbe ricordato che esistono pannelli fotovoltaici veramente efficienti sul piano tecnologico che possono funzionare anche durante la notte con la luce lunare
ma soprattutto il vero problema non è il fabbisogno energetico notturno bensì quello diurno vale a dire quando il consumo energetico su qualsiasi territorio tocca il picco proprio durante il giorno cioè quando la gente lavora oppure sta a casa e consuma energia per i bisogni domestici, durante la notte (da mezzanotte fino alle 6 di mattina circa) la gente comune dorme ed è quindi ovvio che non vi è un particolare consumo energetico perciò non è importante che i pannelli solari non funzionino al meglio durante la notte in assenza del sole, l'importante è che funzionino durante il giorno quando il consumo energetico è altissimo ed i pannelli fotovoltaici (insieme alle altre energie alternative) possono benissimo tenere testa ai consumi energetici standard, tutto senza ricorrere all'energia nucleare; basterebbe una semplice analisi come questa per far capire al Prof. Battaglia che l'Italia non ha bisogno dell'energia nucleare.
Ma ho pensato, subito dopo aver sentito le dichiarazioni di Battaglia in merito al nucleare, che per dire delle simili idiozie in Tv in veste di "docente universitario", il Prof. Battaglia non può che esser stato pagato e chissà da chi... E non sarebbe l'unico caso di docente universitario pagato da qualche potente per andare in Tv a dire determinate cose; questo perché i telespettatori si fidano molto di più di un esponente dell'ambito accademico che di un politico o anche di un esponente di qualsiasi altro ambito legato alla sfera politica.
E qui vorrei aprire un'altra parentesi sulla necessità o meno del nucleare in Italia: è evidente che intorno al nucleare girano moltissimi soldi se le multinazionali energetiche sono disposte a pagare personaggi di spicco del mondo accademico affinché vadano in Tv a sponsorizzare il nucleare per convincere l'elettorato a votare a favore di esso; ma, allora, perché nessuno paga qualcun'altro per sponsorizzare le energie alternative? Perché le cosiddette energie alternative sono a basso costo, non garantiscono un profitto cospicuo e quindi non fanno gola ai privati che investono nel settore energetico, per questo le grandi aziende energetiche spingono per l'attivazione delle centrali nucleari.
Un altro aspetto che dovrebbe essere analizzato è il seguente: se in Italia dobbiamo proprio attivare le centrali nucleari, allora queste dovrebbero essere innanzitutto costruite e gestite dallo Stato (quindi essere a gestione pubblica) e non che lo Stato, per soddisfare le clientele politiche delle aziende energetiche private, affida il nucleare ai privati tramite gare d'appalto.
E infatti qui verrebbe da dire che siamo matti a dare gli appalti ai privati per la gestione delle centrali e lo smaltimento delle scorie nucleari! Voglio dire: qui in Italia non riusciamo a fare dei piani regolatori decenti per le discariche e lo smaltimento dei rifiuti organici, e infatti la situazione di Napoli e la Campania parla da sola, e abbiamo la pretesa di fare i piani regolatori per il nucleare?
Immaginiamoci cosa potrebbe succedere se nelle gare d'appalto per il nucleare s'infiltrassero aziende e/o ditte controllate dalle ecomafie, come nel caso degli appalti per i rifiuti a Napoli. Immaginiamoci una catastrofe ambientale come quella dei rifiuti in Campania, però non solo in Campania ma in tutta Italia ed inoltre una catastrofe ambientale fatta non di semplici rifiuti organici bensì di scorie nucleari.
Chiusa l'analisi sul nucleare, ora passerei all'analisi sulla gestione pubblica o privata delle aziende municipali dell'acqua.
Nel dicembre 2009, con l'approvazione in Parlamento del decreto Ronchi (allora Ministro delle Politiche Europee),
è stata approvata la legge che assegna la totale gestione degli acquedotti da parte dei privati, in parole povere tale legge affida la gestione di un bene vitale come l'acqua ai privati.
In questi due anni, successivi all'approvazione del decreto Ronchi, il dibattito sulla gestione pubblica o privata dell'acqua è stato molto acceso; coloro che sono favorevoli alla privatizzazione dell'acqua affermano che la gestione privata porta ad evitare gli sprechi d'acqua e che inoltre migliora i servizi idrici sul piano qualitativo, coloro che invece sono contrari alla privatizzazione dell'acqua si difendono, senza troppa retorica, che l'acqua è un bene vitale e che quindi deve restare assolutamente pubblica affinchè venga garantita a tutti.
La mia riflessione in proposito è la seguente:
ma un paese come l'Italia ha veramente bisogno della privatizzazione per migliorare il servizio idrico?
Intendo dire, l'acqua proveniente dalle sorgenti italiane è una delle acque più pulite e migliori d'Europa quindi privatizzarla con la scusa di "migliorare qualitativamente il servizio idrico" mi sembra del tutto inutile; che poi fossimo un paese del Terzo Mondo in cui l'acqua scarseggia, non è proprio pulita e la gestione statale è completamente assente allora lì si potrebbe comprendere il motivo della privatizzazione, ma in un paese come l'Italia proprio no.
Ma poi siamo sicuri che dietro alla privatizzazione dell'acqua, come sul nucleare, non ci sia dietro lo zampino del clientelismo di qualche multinazionale? In pochi sanno che, qualora la legge sulla privatizzazione dell'acqua non venisse abrogata col referendum di giugno la multinazionale Nestlè prenderà in gestione gran parte delle aziende idriche municipali di tutta Italia.
Da che mondo è mondo i privati (specie le multinazionali) hanno sempre avuto l'interesse ad investire per poi ricavare degli utili, quindi lo stesso discorso vale anche per l'acqua: se la Nestlè investe negli acquedotti per "migliorare qualitativamente il servizio idrico", è chiaro che da qualche parte la Nestlè vorrà poi avere un ritorno per recepire un utile...e da dove può arrivare questo utile? La risposta è molto semplice: dalle bollette dell'acqua che noi cittadini paghiamo periodicamente, quindi non ci vuole molto per capire che la privatizzazione dell'acqua porterà in futuro a dei grossi rincari sulle bollette del servizio idrico.
Dopo la stangata sul prezzo degli idrocarburi, sulle bollette di gas e luce (dovuti alle vicende che da mesi riguardano i paesi del Mediterraneo) accompagnate anche da un aumento dei tassi d'interesse sui mutui, che effetto può fare sui redditi e le tasche dei consumatori una stangata sulle bollette dell'acqua? La risposta è ovvia, ossia un effetto negativo.
Ario Corapi
Università degli Studi di Torino
Facoltà di Scienze Politiche
Nessun commento:
Posta un commento