L'Associazione Quintiliano pubblica volentieri un articolo sul Liceo classico e linguistico Aristofane di Roma, che dà uno scorcio della situazione scolastica in Italia vista dalla base.
L'occupazione aperta del Liceo Classico e Linguistico Aristofane
di Pietro Monfreda, redattore del blog Il Mondo a Parte
L'orrore. Sì, forse è giusto partire dall'orrore, da un sentimento nero, frastagliato e tormentato, per descrivere la sensazione, il clima generale in cui noi giovani versiamo al giorno d'oggi. L'orrore di un paese che affonda sempre di più nel suo gretto antiprogressismo e finto perbenismo, nella sua recessione economica apparentemente irreversibile e nella paludosa stasi culturale, morale, sociale. Il pensiero sta diventando un privilegio, più un onere che un onore, il pensiero critico, che si pone criticamente rispetto alla realtà plasmata dai poteri forti, ricercando costantemente una realtà effettiva, è una missione. Una missione che tutti dovremmo portare avanti, perchè l'Italia è un paese mirabolante, gli Italiani sono un popolo mirabolante, ma dormiente. Sì, l'italiano medio la mattina si sveglia e sostituisce al caos che invade ogni cosa con le sue piccole certezze che lo fanno muovere di una inutile inerzia politica. Ma è proprio questo il punto, la democrazia è un regime politico nato nell'ottica in cui ogni cittadino partecipa alla vita politica del suo paese attivamente, non solo votando o urlicchiando nelle assemblee, ma in ogni atto della sua vita, ogni cosa che facciamo, lavarci i denti, bere il caffè, è qualcosa che avrà un suo determinato risvolto nella vita sociale di tutti gli altri cittadini, per cui ogni cosa che facciamo è una scelta politica. Ora, non è un caso se nell'antica Grecia "cittadino privato", cioè colui che non partecipava alle assemblee, si diceva "Idiota", ed è proprio per evitare la distruttiva idiozia tipicamente italiana, e se vogliamo anche europea, che il Liceo Aristofane di Roma, in linea con molti altri licei, ha deciso di occupare, perchè per aprire gli occhi a questo popolo che di minuto in minuto affoga sempre di più nel baratro che si è scavato da solo, ce ne vuole. L'occupazione è un segnale forte, che noi giovani "fannulloni" abbiamo deciso di lanciare, come un fuoco di segnalazione che rischiari il cielo di questa nostra lunga notte. Lo studente, che spesso è un minorenne, trova infatti difficilmente il modo di aiutare concretamente il suo paese in difficoltà per cui vede nel l'occupazione il miglior metodo per sfondare l'indifferenza dell'opinione pubblica. Noi studenti dell'Aristofane siamo riusciti a capire appunto che l'occupazione è forse il mezzo più forte di tutti che abbiamo noi giovani tra le mani, dopo lo studio, e abbiamo deciso così di ottimizzarlo, giungendo ad una tipologia di occupazione che ci ha permesso di manifestare in modo ancora più evidente il nostro dissenso. L'occupazione aperta si configura infatti, come dice il nome stesso, per la sua apertura anche verso il mondo esterno, non abbiamo sbarrato le porte agli insegnanti che hanno potuto partecipare attivamente alla routine mattutina di corsi preparati dagli studenti, al personale ATA, alla presidenza e alla segreteria che hanno potuto svolgere le loro normali funzioni, abbiamo invitato varie personalità del panorama culturale per svolgere diverse tematiche, ma soprattutto per qualche giorno la nostra scuola si è trasformata in un polo culturale attivo. Tutto questo perchè la protesta verso il malgoverno, verso quella indecenza (anti)costituzionale che era il DDL 953, verso la desertificante legge di stabilità e l'aberrante edilizia scolastica deve essere affrontata tutti insieme, tutti uniti. Il disagio di un paese che annega si deve esprimere attraverso tutte le classi sociali presenti in esso, al di là di ogni classificazione che il potere vorrebbe imporci. Abbiamo il potere, dobbiamo solo rendercene conto. Sono partito dall'orrore, sforziamoci tutti per trasformarlo in speranza e impegno.
Pietro Kefa Monfreda
da Il Mondo a Parte
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