E’ un nostro dovere civico stare vicini e sostenere questi esempi di libertà, che al meglio incarnano i valori dell’Art.21 della Costituzione.
Per questo motivo invitiamo tutti i cittadini ad incontrare Pino e Davide Mattiello, referente di Libera Piemonte, martedì 14 ottobre 2008, alle ore 20:30, in via Vignotto 23, per un momento di condivisione e di scambio.
c/o P.Bengasi (TO) ritrovo ore 19
Ecco un resoconto del nostro inviato speciale Davide Biagioni, alias Zafferano
E’ stata una serata dal sapore particolare quella del Quintiliano di martedì sera.
Saranno il sashimi, lo zenzero e la grappa di rose, saranno i numerosi indirizzi sbagliati, le numerose macchine in fila o le troppo poco numerose sedie disponibili alla conferenza; sicuramente lo è stato per tutto il profumo di Sicilia antimafiosa che si è respirato in quella saletta dell'emittente Radio Libera.
Ha parlato di storie il giornalista Pino Maniaci, ha raccontato episodi, ha portato alcuni dati raccapriccianti, ma soprattutto ha messo in evidenza esperienze di una vita vissuta senza paure, senza peli sulla lingua, senza inibizioni politiche di alcun tipo e, spesso e volentieri, senza mezzi economici, solo con tanta voglia di fare di più.
Sarebbe impossibile tentare di riproporre le tematiche affrontate con un giornalismo brillante, e spesso satirico e pungente, sarebbe riduttivo elencare i punti e gli inviti che il giornalista ha proposto, anche perché il tema è sempre lo stesso, ossia quella fottuta arroganza di poche famiglie che infangano il nome e l’agire di intere regioni. Ma non è stata una presentazione di fatti ormai triti e ritriti che tutti bene o male sanno (o dovrebbero sapere) . Tutto Pino Maniaci era racchiuso in una sua frase che non poteva che colpire: "Quello che mi dà la soddisfazione nelle cose che faccio non sono i soldi e la fama, ma un siciliano che se viene sparato dal vicino mafioso o camorrista -non mi ricordo come minchia si dice - anziché chiedere ad un altro mafioso protezione, entra dritto dritto con la macchina nella centrale di polizia e dice " cinque anni fa non l’avrei fatto, ma Pino mi ha insegnato che dobbiamo fotterli 'sti mafiosi, lo denuncio; e vedo quel camorrista dentro per dodici anni".
Questo è stato ieri sera, lo spirito di un grido libero, apolitico, scardinato da ogni limitazione di luogo, di tempo, di politica, di religione. Lo spirito di un uomo che ha le palle per giocarsi la sua vita, quella dei collaboratori e della famiglia passeggiando in cerca dei piedi più caldi da pestare nei giardinetti di Corleone, lo spirito che mette a nudo tutti gli uomini privandoli della bandiera e chiedendo senza tanto camuffare accento, bandiera e parole volgari: "e a voi va bene vivere in questa robaccia, in questo pattume che ormai ci corconda e soffoca e immobilizza? No, a me nn va bene..."
Peccato solo per l’arrogante intervento di Davide Mattiello, che si è sentito in diritto e in dovere di strumentalizzare la figura di un così alto uomo per propinare un discorso evidentemente preparato, evidentemente sofistico e costruito, farcito di indicazioni politiche a senso unico, e che nulla aveva a che fare con quel nucleo di persone che erano lì per sentire parlare di problemi non riducibili a singole fazioni o coalizioni, non riconducibili solo ad alcuni - o anche ad altri - colori di partito, ma condivisibili dalla comune anima dell’intero popolo antimafioso, sia esso di destra o di sinistra, "pro" o "anti" riforma scolastica.
xxxzaffxxx
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