Da Popper a Potter. C'è un filo rosso - o forse un gomitolo di fili rossi - a legare quello che sembra un refuso logico prima ancora che tipografico: il filosofo e la creatura letteraria, il pensatore che critica il mito della scienza come verità assoluta e il maghetto che si muove in un universo popolato di miti traghettati dall'antichità sino a diventare egli stesso mito in un'epoca famelica di facili eroi. Il filo - o la matassa - che collega realtà apparentemente incongrue è il Mito, appunto. E oggi alcuni studiosi che lavorano accanto al professor Fulvio Salza, docente di Estetica all'Università di Torino, e altri che operano in varie scuole superiori torinesi e aderiscono al Laboratorio Culturale Quintiliano, provano a investigare i confini e i nessi filosofici e antropologici di questo territorio steso tra fiaba e leggenda.
Quadro e cornice della loro indagine, la quarta edizione della Festa della Filosofia, una kermesse che mette insieme cultura "alta" e "bassa", curiosità e approfondimenti e che si svolgerà, dalle 15 alle 18.30, presso il Liceo Giusti di piazza Vittorio 13 su iniziativa del preside, prof. Davide Onida: le aule dell'istituto saranno spazi gratuitamente aperti al pubblico "interessato a una riflessione filosofica che aiuti a interpretare le diverse manifestazioni del nostro tempo". Così, ecco Roberta Bussa e Corinna Desole affrontare il tema del "Mitico Harry Potter" analizzando un mondo di fiaba con la lente della metafisica. E studiando anche il lavoro di Joanne K. Rowling, la creatrice del ragazzo-mago diventata più ricca della regina d'Inghilterra (un "mito" pure Joanne) capace di attingere a un retroterra culturale e a "strutture psicologiche che hanno a che fare con l'inconscio collettivo". Che è, poi, come domandarsi: c'è Jung dietro Voldemort e il suo anelito d'immortalità?
Nelle anse del nostro inconscio pescano, da sempre, anche gli scrittori di libri gialli: da Sofocle (Fulvio Salza, con Sergio Costa e Federico Tozzi, spiegherà la vena da Conan Doyle del VI secolo a. C. seguita dal tragediografo nel costruire la storia di Edipo) a Poe, a Fruttero e Lucentini. Filosofia e religione nell'intervento di Dario Coppola sul "mito del Legame", analisi del rapporto e della comunicazione tra soprannaturale e naturale che scende sino a toccare la quotidianità della comunicazione interpersonale ormai quasi simbolo di questa stagione del pianeta: non è, d'altronde, una "rete", un legame, il sistema che intreccia i fili dei social network e dei blog? A corroborare il tema di queste "mitologie estreme" del nuovo millennio, Davide Trasparente che spazierà da Nexus a Youtube, universi "in cui pubblico e privato si mescolano" con il rischio che chi crede di controllare sia, in realtà, controllato: cosa direbbe Orwell delle aziende che, prima di assumere una persona, corrono su Facebook a scoprirne il profilo? E, a proposito di profili, ecco emergere dalla Festa quello con i tratti da Cristo laico di Ernesto "Che" Guevara: icona che si è cristallizzata nel nostro immaginario varcando persino le barriere delle ideologie e che, nella trattazione di Luca Debarbieri, ritorna, oggi, emblema della positiva irrequietezza d'un continente come l'America Latina.
Renato Rizzo
articolo tratto da LA STAMPA del 24 maggio 2009
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