Un film di Henry Selick. Con Dakota Fanning, Teri Hatcher, Ian McShane, Keith David, Jennifer Saunders.
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John Hodgman, Dawn French, Robert Bailey Jr., Aankha Neal, George Selick, Hannah Kaiser, Harry Selick, Marina Budovsky, Emerson Hatcher, Jerome RanftTitolo originale Coraline. Animazione, Ratings: Kids, durata 100 min. - USA 2008. - Universal Pictures uscita venerdì 19 giugno 2009.
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film 2008
Avventura tinta d'orrore che combina animazione in stop motion e stereo 3D con un effetto psichedelico
di Marianna Cappi
Coraline è una bambina di 11 anni che con i genitori si trasferisce in una nuova casa. Un giorno, presa dalla noia, decide di cominciare a contare le porte della nuova casa ma ne nota una che non aveva mai visto.
Coraline ha undici anni e si è da poco trasferita con la sua famiglia in una nuova casa. Tutto è ancora da esplorare, ma i suoi genitori sono troppo occupati con il lavoro per dedicarsi a lei. La spediscono a giocare in giardino, le preparano al volo la cena quando è ora, la invitano a cavarsela da sola. È così che Coraline scopre una porticina che dà su un tunnel polveroso che porta ad un altro appartamento, in tutto simile al suo, dove vivono un'altra mamma e un altro papà, che altro non fanno che occuparsi di lei. Tutto è spettacolare e desiderabile, dall'altra parte del tunnel, se non fosse che le persone hanno strani bottoni cuciti al posto degli occhi. È nata da un errore di battitura, Coraline. Neil Gaiman, il suo creatore, voleva scrivere Caroline, ma gli è scivolato il dito sulla tastiera e le lettere si sono scambiate di posto. Così Coraline è unica e a lei toccherà un'esperienza unica, nella quale i doppi e i ribaltamenti (non) si sprecano. Avventura tinta d'orrore, Coraline, nelle mani di Henry Selick, si avvicina piacevolmente ai temi di Nightmare before Christmas. Ancora, si tratta di un passaggio casuale in un altro mondo, là apparentemente distante e qui illusoriamente speculare, un mondo dove la morte s'impone per fascino sulla vita (i bottoni sugli occhi, come monete che propiziano il trapasso), con la sua lusinga della perfezione e della soddisfazione. Non a caso a fare da tramite è in qualche modo il personaggio di Wybie, estraneo al testo letterario ma imprescindibile in quello cinematografico di eco burtoniana, in quanto freak che si muove sul confine della vita, il cui diritto all'esistenza è stato messo in discussione da sempre e per sempre, inscritto nel suo stesso nome. Prima volta della combinazione di animazione in stop motion e stereo 3D, Coraline parrebbe fatto per gli adulti anziché per i bambini e in un certo senso è così, perché sono i grandi che hanno di che spaventarsi maggiormente, dato che, non importa da quale delle due parti del tunnel si posizionino, non ci fanno una bella figura, sregolati nel dosaggio amoroso, spettatori congelati del pericolo, in attesa di venire salvati da una bambina. Le avventure di Coraline, novella Alice, correttamente accompagnata da un gatto, richiamano grazie al 3D il sapore psichedelico del classico di Carrol ma sono bagnate da una pioggia grigia e costante, che dell'infanzia racconta la difficoltà e la solitudine, prima che la malizia o il gioco. La protagonista va avanti e indietro tra un mondo e l'altro ma non è la sua strada che sta cercando: tra animali imbalsamati e acrobati senza pubblico, isolata e immersa nella nebbia che tutto incupisce e tutto avvolge, a undici anni sta cercando soprattutto la vita; una buona ragione per essa.
Dopo il film consueta passeggiata estiva culturale
questa sera la
Torino romana
Via Garibaldi, circondata ora da palazzi settecenteschi, è, con i suoi 963 metri di sviluppo, la più lunga via pedonale d'Europa. In epoca romana, costituiva, insieme a via San Tommaso, uno dei due principali assi dell'antica città romana, che allora contava appena cinquemila persone. Denominata allora Decumanus Maximus di Julia Augusta Taurinorum, l'attuale via Garibaldi si deteriorò durante il periodo successivo alla caduta dell'Impero Romano, riducendosi ad appena quattro metri di larghezza e facendosi angusta e sterrata: era costeggiata da edifici bassi, con archi a sesto acuto e pochi slarghi in corrispondenza delle chiese. A quel tempo era denominata Strata Civitatis Taurini. http://it.wikipedia.org/wiki/Via_Garibaldi_(Torino)
dopo diversi tentativi siamo riusciti a entrare tutti nella foto!!
Bella serata, a parte il filmetto...
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