Vuoti a rendere
Un professore in pensione non si arrende e riconquista il piacere di vivere intrufolandosi nelle vite degli altri
Consigliato: Sì*media giudizi di pubblico, critica e dizionari.
Un film di Jan Sverak. Con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek. Miroslav Táborský, Martin Pechlát, Nella Boudová, Jan Budar, Pavel Landovský, Filip Renc, Jirí Schmitzer, Ladislav Smoljak, Vera Tichánková, Ondrej Vetchy, Jan VlasákGenere Commedia produzione Repubblica ceca, Gran Bretagna, 2007. Durata 100 minuti circa.
Un professore in pensione non si arrende e riconquista il piacere di vivere intrufolandosi nelle vite degli altri
Consigliato: Sì*media giudizi di pubblico, critica e dizionari.
Un film di Jan Sverak. Con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek. Miroslav Táborský, Martin Pechlát, Nella Boudová, Jan Budar, Pavel Landovský, Filip Renc, Jirí Schmitzer, Ladislav Smoljak, Vera Tichánková, Ondrej Vetchy, Jan VlasákGenere Commedia produzione Repubblica ceca, Gran Bretagna, 2007. Durata 100 minuti circa.
L'anziano Josef scopre che non è mai troppo tardi per essere gentile con gli altri e con la vita stessa.
di Marianna Cappi
Joseph è un insegnante di sessantacinque anni che non va più d'accordo con la scuola e si ritira, ma, incapace di starsene tutto il giorno in casa con la moglie, si ricolloca prima come corriere su due ruote e poi come responsabile del ritiro delle bottiglie vuote in un supermercato. Nonostante lo scetticismo della consorte, il lavoro non solo non lo umilia ma, al contrario, lo appassiona e i clienti lo incuriosiscono al punto che – complice una naturale predisposizione alla fantasticheria - Joseph comincia ad intromettersi nelle loro vite.I Vuoti a rendere di Jan Sveràk, ultimo atto della trilogia scritta ed interpretata da suo padre Zdenek, non sono tanto i pensionati dell'età di Joseph, ai quali talvolta non resta che aspettare la resa al Creatore, ma gli onesti (trasparenti) personaggi che lo circondano e che il destino pare aver dimenticato di riempire di occasioni, offrendo un inatteso quanto gratificante secondo lavoro a Joseph, che s'improvvisa a sua volta creatore di storie e di relazioni. Il doppio ruolo di attore e sceneggiatore di Zdenek Sveràk si unifica in questo modo anche all'interno del film, non senza autoironia (spunta ad un certo punto un enorme pallone gonfiato) e non senza piacevoli scorrettezze (giustificato anagraficamente nella sua crescente disinibizione, Joseph quasi solidarizza con l'uomo che ha lasciato sua figlia e suo nipote per accasarsi con una nuova e insaziabile compagna).La trasgressione vera non è un colore di questa tavolozza, ma l'umorismo è efficace e intelligente, il ridicolo evocato e brillantemente dribblato, il patetico pienamente dominato e non più sfruttato. Gli autori superano così i difetti ancora presenti in Kolja e consegnano un film dall'assunto sentimentale e dallo sviluppo semplice, che sembra rubato alla vita e invita a fare esattamente questo: vale a dire a non limitarsi ad attendere l'estate perché fa caldo e poi l'inverno perché non ci sono le mosche, ma ad impossessarsi del timone della propria esistenza e a farne un piccolo film, anche inverosimile o grottesco, l'importante è che lo suggerisca il desiderio. (da mymovies)
a seguire
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