- La crisi dell'euro, il potere delle agenzie di rating dissanguatrici e lo strapotere della speculazione internazionale
di Ario Corapicommento per immagini dal webdi Dario Coppola
L'estate 2011, a parte la sua coda di fine agosto, è stata fresca soltanto dal punto di vista meteorologico e tutt'altro che serena per quanto riguarda le previsione future sul piano economico: la speculazione internazionale non sta dando pace ai paesi dell'Eurozona costringendo governanti europei a rinunciare alle "vacanze". A stare freschi saremo ora in parecchi...
Lo stiamo constatando principalmente in Italia, dove il governo Berlusconi - tramite il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti - negli ultimi giorni di luglio ha varato una manovra finanziaria per 85 miliardi di euro con l'obbiettivo di raggiungere la parità di bilancio entro l'anno 2014, ossia, arrivare entro l'anno stabilito a rendere la spesa pubblica pari all'entrate che le casse della Stato italiano riceveranno.
Ma non è tutto....la situazione a dir poco serena dei BOT (titoli di stato italiani presenti sui mercati finanziari internazionali) ha costretto il governo ad approvare un secondo decreto per una manovra finanziaria correttiva rispetto a quella di luglio con il nuovo obbiettivo di raggiungere la parità di bilancio con un anno di anticipo (entro il 2013) con 45 miliardi di euro.
E' ovvio che per l'Italia la paura di eventuali attacchi da parte della speculazione internazionale resta alta, ma l'unica speranza risiede appunto nel fatto che le due manovre finanziarie a prova di lacrime e sangue funzionino mettendo al riparo l'Italia almeno per i prossimi 2-3 anni.
Ad ogni modo, i sacrifici che spettano all'Italia per i prossimi anni sono nulla in confronto a quelli che spettano agli altri paesi della Zona Euro a rischio speculazione come la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda, la Grecia e ora persino la Francia....perché se l'Italia soffre, il resto dell'Europa non gioisce di certo.
La Grecia si è ormai sfaldata sotto tutti i punti di vista e i fondi ricevuti dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale dimostrano come la banda degli speculatori internazionali si stia mangiando la Grecia intera pezzo dopo pezzo e come questa sia ormai destinata a divenire in futuro un "protettorato bancario", rendendo di fatto ancora più inutili gli sforzi del primo ministro ellenico George Papandreou.
La Spagna sta dimostrando di avere un esecutivo del tutto incapace di dare della risposte (interne ed estere) sulla crisi economica,un esecutivo guidato da un Josè Luis Rodrìguez Zapatero sempre spaesato e sempre più politicamente in declino che in questi anni altro non ha fatto che portare avanti delle battaglie etiche di stampo laicista totalmente fuori luogo per i tempi di crisi odierni oltre che a favorire lo smembramento territoriale della Spagna permettendo di fatto alla Catalogna di divenire un territorio indipendente dalle istituzioni centrali di Madrid.La Francia sta cominciando anch'essa a sentire i primi campanelli di allarme per quanto riguarda la situazione del debito interno come dimostrano i dati sul debito pubblico, sul Pil e sul rapporto debito/Pil dell'Oltralpe, a poco è servita la spedizione bellica in Libia fortemente voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy con il supporto di Barack Obama dall'altra parte dell'Atlantico, quando solo qualche mese fa Sarkozy sembrava fermamente convinto che la Francia potesse diventare - insieme alla Germania - il paese alla guida della Zona Euro oltre che ad essere il principale interlocutore degli USA in Europa.
Inoltre, uscendo dall'Europa, anche dall'altra parte dell'Atlantico sembra che la situazione sia tutt'altro che serena. Gli USA hanno evitato il default (insolvenza, o meglio bancarotta di Stato) per un soffio con un accordo raggiunto in extremis da Obama con i leader repubblicani, ma questo accordo sembra non essere andato molto a genio ai portavoce della speculazione internazionale, ossia, l'agenzia di rating Standard & Poor's che ha espresso il proprio parere sul debito americano privando gli Yankee della "tripla A" (le tre A significano nel gergo della finanza l'affidabilità del debito pubblico di un determinato paese...se ci sono tre A vuol dire che il debito pubblico di quel paese è affidabile, se invece ci sono meno A meno affidabile è il debito pubblico di quel paese) declassando di fatto il debito americano e dando una sorta di semaforo verde agli speculatori esortandoli a buttarsi pure sul debito americano;un aneddoto che ricorda molto la "Teoria della Profezia che si autodempie" del sociologo funzionalista contemporaneo Robert K. Merton, ossia, mettere in giro la voce tramite campagne mediatiche o agenzie di rating che il debito e i titoli di stato di quel determinato paese non sono affidabili spingendo gli azionisti dei mercati a non acquistarli e costringendo di fatto il governo di quel paese a ricorrere o delle manovre finanziarie di lacrime e sangue se non addirittura a delle richieste di prestito di fondi da parte della grandi banche mondiali tutto per evitare il default.
L'unico paese, tra le grandi potenze mondiali, che sembra non patire le vicende legate alla crisi finanziaria internazionale è la Germania e non si fa fatica trovare le motivazioni per dimostrare come mai a Berlino non si respira le stessa aria tesa che si respira negli altri paesi:1) la Germania ha mantenuto negli anni un tessuto produttivo molto vasto e molto fitto composto di piccole e medie imprese;2) in Germania nessuna della grandi aziende ha ancora delocalizzato la produzione, anche perché in tal caso il governo tedesco ricorrerebbe alla nazionalizzazione dell'azienda in tempo zero;3) la classe imprenditoriale e la classe politica tedesche stanno dimostrando un serietà, una diligenza e un senso dell'etica e della responsabilità che le classi dirigenti degli altri Paesi europei si sognano la notte;4) il popolo tedesco sta continuando a mantenere un forte spirito di coesione nazionale che in tempi di crisi come questi rappresenta una risorsa indispensabile;5) la Germania è l'unico paese a non averci rimesso sul piano valutario con l'entrata in vigore dell'euro 10 anni fa, visto il rapporto del marco tedesco con l'euro.
Non resta molto da dire sull'attuale situazione finanziaria mondiale se non che il panorama è alquanto sconcertante, i governi delle grandi potenze mondiali stanno dimostrando tutta la loro inettitudine nei confronti di tale problema e stanno proprio pagando le conseguenze per aver deciso negli ultimi decenni di affidare le loro risorse economiche e le loro banche nazionali al mercato e alle grosse istituzioni finanziarie mondiali portando l'economia ad essere posta come un fine invece che come uno strumento quando invece dovrebbe essere il contrario; è solo facendo tornare la politica a prevalere sull'economia che si potranno trovare le ricette per uscire dall'attuale situazione, è facendo tornare le banche nazionali sotto il controllo dei rispettivi stati che si può tornare a tenere d'occhio il debito pubblico interno ed infine è portando le banche ad investire nel mondo del lavoro, nella tecnologia e nelle piccole-medie aziende invece che sui mercati azionari che si possono riportare le economie nazionali e continentali alla crescita.
Ario Corapi
Università degli Studi di Torino
Facoltà di Scienze Politiche
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1 giorno fa
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