”Il sonno della ragione genera mostri” diceva Goya. “Oppure un particolare flusso di raggi gamma” aggiunge la Marvel.
Così la sera dell’uno luglio erano in sette, erano giovani ed erano forti, e si incamminavano verso la visione di questo kolossal di suoni ed effetti speciali, Hulk.
E’ strettamente necessario cercare di capire lo spirito che può spingere una persona a pagare sei euro per vedere Hulk, ma per capirlo bisogna tornare indietro di qualche giorno, precisamente al 19 giugno, data nella quale la decisione del film verteva su “Sex and the City”.
Non si sa bene, ironia della sorte, chi e quando avesse proposto questo “film”, sicuramente si sa che è un film degno delle più amabili fiction americane, parecchio lontano dal timbro di Hollywood, più vicino a quello di donne molto sole. Sintomatica la presenza in sala di soli quattro uomini, sintomatici il risolino e il cicaleccio di un materialismo diffuso in tutto il film che tutto è, tranne che divertente e reale…Un film d’azione? No. Storico? No. Introspettivo? No. Stralci di vita quotidiana? Difficile crederlo dato che viene rappresentata l’élite più ricca degli U.S.A.
Un film che non sa comunicare, se non con quella parte della popolazione, e non per essere classista, che si accanisce a voler seguire la “vita di un altro” sullo schermo di casa propria, sognando sfarzo e ricchezza come unico motivo di vita. Nemmeno vicino comunque a film come “Il Diavolo veste Prada” dove buone performance degli attori e cast di livello superiore sono in grado di illustrare morale e senso al termine del lungometraggio.
Ma la serata proseguì proprio in nome di quello sfarzo che il film aveva così lungamente propugnato: la solita pizzeria post-film si era infatti trasformata in un ristorante di pseudo-alta cucina, sottolineando "pseudo" dal momento che di alto, probabilmente, c’erano solo i prezzi.
Dopo aver gustato un ottimo piatto di riso e pane dieteticamente poco salato, la serata si è consumata in una richiesta, decisamente troppo bizzarra, da parte del nostro professore che pretendeva addirittura il ghiaccio nell’usuale S. Simone per digerire il lauto pasto. Ammirevole lo sguardo quasi stupito di un improbabile cameriere probabilmente proveniente da una Transilvania post-moderna, che osservando il professore, e dandogli addirittura del “tu”, ha risposto: "Non ce l’abbiamo il ghiaccio"; ma pareva dire: "Non lo sa che il sangue si beve a temperatura ambiente?".
Certo una vera e propria pretesa il ghiaccio a giugno, dopo tutto abbiamo pagato solo 26 euro a persona, professore!
Da lì l’idea sorge spontanea: se si deve vedere un film scadente almeno scegliamone uno di cui non si hanno aspettative: Hulk.
Non stiamo a tessere finti elogi di questa buffonata americana… piacevole in alcuni punti, impossibile da definire bello.
Se non altro quattro alfierini, un maturando del Cottini, una studentessa di filosofia e un talebano che aizza... ops, mi scusi, un professore di religione, si sono tutti trovati d’accordo nel gustare un banchetto medioevale, in grembo a Tamarrolandia (8 gallery), accompagnati da tanghi, baciate e salse che hanno spinto uno studente del miglior liceo classico di Torino non solo a mangiarle, ma a tentare di ballarle con un'avventata signora di cinquanta anni…
Nessun commento ragazzi, l’appuntamento è per martedì, alle otto e mezza, all’8 Gallery: tutti pronti per una lezione di tango. Vai col liscio!!
Così la sera dell’uno luglio erano in sette, erano giovani ed erano forti, e si incamminavano verso la visione di questo kolossal di suoni ed effetti speciali, Hulk.
E’ strettamente necessario cercare di capire lo spirito che può spingere una persona a pagare sei euro per vedere Hulk, ma per capirlo bisogna tornare indietro di qualche giorno, precisamente al 19 giugno, data nella quale la decisione del film verteva su “Sex and the City”.
Non si sa bene, ironia della sorte, chi e quando avesse proposto questo “film”, sicuramente si sa che è un film degno delle più amabili fiction americane, parecchio lontano dal timbro di Hollywood, più vicino a quello di donne molto sole. Sintomatica la presenza in sala di soli quattro uomini, sintomatici il risolino e il cicaleccio di un materialismo diffuso in tutto il film che tutto è, tranne che divertente e reale…Un film d’azione? No. Storico? No. Introspettivo? No. Stralci di vita quotidiana? Difficile crederlo dato che viene rappresentata l’élite più ricca degli U.S.A.
Un film che non sa comunicare, se non con quella parte della popolazione, e non per essere classista, che si accanisce a voler seguire la “vita di un altro” sullo schermo di casa propria, sognando sfarzo e ricchezza come unico motivo di vita. Nemmeno vicino comunque a film come “Il Diavolo veste Prada” dove buone performance degli attori e cast di livello superiore sono in grado di illustrare morale e senso al termine del lungometraggio.
Ma la serata proseguì proprio in nome di quello sfarzo che il film aveva così lungamente propugnato: la solita pizzeria post-film si era infatti trasformata in un ristorante di pseudo-alta cucina, sottolineando "pseudo" dal momento che di alto, probabilmente, c’erano solo i prezzi.
Dopo aver gustato un ottimo piatto di riso e pane dieteticamente poco salato, la serata si è consumata in una richiesta, decisamente troppo bizzarra, da parte del nostro professore che pretendeva addirittura il ghiaccio nell’usuale S. Simone per digerire il lauto pasto. Ammirevole lo sguardo quasi stupito di un improbabile cameriere probabilmente proveniente da una Transilvania post-moderna, che osservando il professore, e dandogli addirittura del “tu”, ha risposto: "Non ce l’abbiamo il ghiaccio"; ma pareva dire: "Non lo sa che il sangue si beve a temperatura ambiente?".
Certo una vera e propria pretesa il ghiaccio a giugno, dopo tutto abbiamo pagato solo 26 euro a persona, professore!
Da lì l’idea sorge spontanea: se si deve vedere un film scadente almeno scegliamone uno di cui non si hanno aspettative: Hulk.
Non stiamo a tessere finti elogi di questa buffonata americana… piacevole in alcuni punti, impossibile da definire bello.
Se non altro quattro alfierini, un maturando del Cottini, una studentessa di filosofia e un talebano che aizza... ops, mi scusi, un professore di religione, si sono tutti trovati d’accordo nel gustare un banchetto medioevale, in grembo a Tamarrolandia (8 gallery), accompagnati da tanghi, baciate e salse che hanno spinto uno studente del miglior liceo classico di Torino non solo a mangiarle, ma a tentare di ballarle con un'avventata signora di cinquanta anni…
Nessun commento ragazzi, l’appuntamento è per martedì, alle otto e mezza, all’8 Gallery: tutti pronti per una lezione di tango. Vai col liscio!!
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